Il libro de Lo Hobbit, pubblicato per la prima volta nel 1937, costruì le basi del successo della Terra Di Mezzo del Professor Tolkien. Da li a breve si sarebbero, infatti, susseguite altre pubblicazioni fino ad arrivare a quella relativa al Signore Degli Anelli nel 1954, uno dei libri più letti della storia della letteratura.
In questo articolo andremo ad analizzare le differenze sostanziali con la celebre trasposizione cinematografica diretta da Peter Jackson, uscita a partire dal 2012. Nel cast de Lo Hobbit ritroviamo alcuni degli attori già visti sul set del Signore Degli Anelli, come Ian Mckellen, Cate Blanchett, Orlando Bloom, Cristopher Lee, Andy Serkis e Hugo Weaving. Quelli nuovi, scelti per interpretare i protagonisti principali, sono Martin Freeman, nei panni di un giovane Bilbo Baggins e Richard Armitage, che ricopre il ruolo di Thorin Scudodiquercia. La seconda trilogia prodotta da New Line Cinema e Warner Bros non ebbe lo stesso successo mediatico della prima, ma questo non significa che non sia un prodotto di alto livello. Di seguito andremo ad evidenziare le 10 differenze più importanti fra le due opere.
Bilbo e L’Anello Del Potere
Anche se il ritrovamento dell’Unico Anello avviene in maniera molto simile sia nel testo che nel film, gli avvenimenti che ne susseguono e ad esso correlati, prendono direzioni diverse nell’opera di Jackson (che trovate nel nostro Elenco di Video & DVD sull’Universo di Tolkien). Qui, infatti, Bilbo non rivela a nessuno fino alla fine dell’avventura di aver trovato il magico artefatto, ma nel libro condividerà la scoperta con la compagnia dei nani, i quali consci del vantaggio chiederanno allo hobbit di utilizzarlo nel corso del loro viaggio verso la Montagna Solitaria.
Azog e Bolg
Nel film L’acerrimo nemico di Thorin è Azog il Profanatore, il quale non si da pace finchè non raggiunge il suo vero obiettivo, distruggere la stirpe dei Durin. Quest’ultima affermazione trova riscontro anche nei testi di Tolkien, ma in realtà l’orco pallido muore davanti le porte di Moria per mano di Dain II Piediferro, il quale vendica suo padre Nain e Il Re Thror (nonno di Thorin), entrambi uccisi dall’orco. Alla sua morte il comando degli orchi delle Montagne passa a Bolg, figlio di Azog, il quale riorganizzerà le forze e marcerà per conquistare Erebor nella Battaglia dei Cinque Eserciti. Qui troverà la morte per mano di Beorn il mutapelle e non a causa di Legolas.
Legolas Verdefoglia
L’elfo principe del reame Boscoso non è presente nel libro, ma svolge un ruolo importante nella trilogia cinematografica. Qui lo vedremo spesso coinvolto nei dialoghi con il padre, il Re Thranduil e con Tauriel, un personaggio inventato da Jackson (che, tra l’altro, e pronto a tornare con un nuovo film sulla Terra di Mezzo) e per cui il guerriero elfico sembra provare un particolare “affetto”. Come detto in precedenza, Legolas nel film sarà anche la causa della sconfitta e della morte di Bolg.
Tauriel e Kili
Avendo già accennato la presenza del personaggio fittizio di Tauriel, un elfo silvano femmina del reame Boscoso, è indispensabile citare anche il rapporto che ella vive nei film con il nano Kili. I due, infatti, sembrano innamorarsi e saranno costretti a separarsi con dolore dopo la morte del nano, alla fine della trilogia, avvenuta tragicamente per mano di Bolg.
Thranduil “Re Degli Elfi”
Seppur il personaggio sia descritto nel libro e ricopra un ruolo simile a quanto visto nei film, in realtà nell’opera letteraria non viene mai menzionato con il suo vero nome, ma semplicemente come “Re Degli Elfi”. La sua reale identità verrà trattata successivamente dall’autore attraverso altre opere che saranno pubblicate più avanti, dove Thranduil viene descritto come figlio di Oropher e padre di Legolas.
Dol Guldur e Il Negromante
Se nei film viene dato un focus particolare agli avvenimenti relativi al Bianco Consiglio e all’attacco contro il Negromante a Dol Guldur, nel libro tale questione viene sola accennata da Gandalf senza scendere in particolari. Nella trilogia di Warner Bros sarà presente anche lo stregone Radagast, facente parte del Bianco Consiglio. Anch’egli solo menzionato nel libro de Lo Hobbit, è presente invece nel Signore Degli Anelli, dove involontariamente contribuisce alla cattura di Gandalf ad Orthanc per opera di Saruman. Probabilmente Jackson, come avvenuto per Tom Bombadil, aveva omesso lo stregone nella prima trilogia ed ha voluto inserirlo nella seconda nello sviluppo degli avvenimenti sopracitati. Qui Radagast svolge un ruolo importante, in quanto alleato prezioso di Gandalf nella lotta contro Sauron.
Bard “L’ammazza Draghi”
Nell’opera letteraria del Professore il personaggio ha un ruolo marginale, viene menzionato principalmente quando uccide il drago Smaug e quando si accenna alla sua discendenza da Girion, Signore di Dale e suo antenato. Nei film egli assume una presenza maggiore, poichè l’uomo aiuta i nani in fuga a raggiungere Esgaroth accogliendoli nella propria dimora, uccide il drago e partecipa attivamente alla Battaglia dei Cinque Eserciti come alleato del Re Thranduil. Nel libro si accenna al fatto che l’arciere avesse una moglie e un figlio, ma nell’opera cinematografica Bard è vedovo ed ha 3 figli. Uno di questi (Bain) avrà un ruolo attivo, poichè consegnarà la freccia nera al padre, che porrà fine al terrore di Smaug.
Smaug e La Compagnia dei Nani
Nell’opera letteraria tutti i nani raggiungono insieme la Montagna Solitaria, al contrario dei film, dove una parte rimane ad Esgaroth per badare al nano Kili ferito da una freccia avvelenata scoccata da Bolg. Raggiunto il Regno di Erebor, Thorin e i nani organizzano un piano per uccidere Smaug, avvenimento che non si verifica nel libro, dove questi si limitano a scappare e a nascondersi dalla furia distruttrice del drago.
Le Dinamiche Temporali
Come sempre accade nei progetti di trasposizione cinematografica o seriale, il tempo gioca un ruolo differente rispetto al testo originale. Infatti, se nel libro il cammino verso Erebor viene intrapreso seguendo tappe che hanno palesemente un’andatura più lenta (sostano intere settimane a Gran Burrone e nella casa di Beorn), nei film il tutto è forzatamente più rapido e frenetico, come è giusto che sia. Infatti, se nei film Bilbo libera i nani in fretta dalle prigioni del Reame Boscoso, nell’opera letteraria impiega numerosi giorni a trovare la soluzione giusta per la loro evasione.
La Morte di Thorin “Re Sotto La Montagna”
Nella trilogia di Peter Jackson la scelta è ricaduta nell’enfatizzare le scene di battaglia ed azione a discapito di quelle meno frenetiche, il che ha portato ad una narrazione che viaggia su binari diversi, in alcuni casi. Ne è un esempio l’evento che porta alla morte di Thorin Scudodiquercia, causata da uno scontro all’ultimo sangue con l’orco Azog, dove entrambi trovano la morte. In questa occasione, Bilbo si trova già a Collecorvo, dove il nano è morente e riesce a dare l’ultimo saluto all’amico prima di trapassare. Nel libro Thorin muore a causa di uno scontro in battaglia con degli orchi e sarà Gandalf a condurre Bilbo dal re per dirgli addio. In questa occasione il nano riferisce allo hobbit una frase che sintetizza tutto ciò che Tolkien vuole trasmettere con questa storia, i valori dell’amicizia e della famiglia, tanto potenti da tenere a bada il male stesso: “In te c’è più di quanto tu non sappia, figlio dell’Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d’oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio!”
Per Approfondire la storia de Lo Hobbit vi suggeriamo di leggere la versione annotata dell’opera e di rivedere la trilogia cinematografica in versione estesa con risoluzione 4k.
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