In questo primo articolo di una lunga serie, cominceremo a parlare della storia editoriale italiana de Il Signore degli Anelli e delle curiosità relative alle altre opere del professore di Oxford, di cui abbiamo raccolto una lista completa nei nostri archivi. Forse non tutti sanno che quello che ad oggi è considerato il romanzo Fantasy per eccellenza, non ebbe affatto una calorosa accoglienza quando, nel lontano 1967, venne coraggiosamente pubblicato per la prima volta Il Signore degli Anelli Astrolabio-Ubaldini, dalla casa editrice romana di Mario Ubaldini.
La casa editrice era, fino a quel momento, principalmente conosciuta per la saggistica e le 1500 pagine de Il Signore degli Anelli significavano un enorme impegno economico per l’epoca, dove veniva ancora utilizzata la stampa a piombo.
La critica ed il pubblico, forse più abituati ai grandi scrittori di fantascienza come Jules Verne o
Asimov, non furono infatti clementi nei confronti dell’opera, vuoi per il genere non ancora diffuso,
vuoi per la sua complessità ed infine per un’illustrazione sulla sovraccoperta che non si può decisamente definire accattivante, tanto da essere criticata anche da Tolkien stesso (mai come in questo caso trova applicazione il vecchio adagio “mai giudicare un libro dalla copertina”!!!).
La storia narra che l’insuccesso dell’edizione de Il Signore degli Anelli Astrolabio fu così plateale da determinare addirittura il ritiro dagli scaffali delle copie invendute che furono quindi restituite come “rese all’editore” (questo è quanto compare nel loro archivio), mandate al macero e rendendo così impossibile la pubblicazione dei volumi successivi, ovvero Le Due Torri ed Il Ritorno del Re che, come indicato nel risvolto di copertina, avrebbero dovuto vedere la luce entro la primavera del 1968.
A seguito di questa “debacle”, Mario Ubaldini che ancora credeva evidentemente nel progetto, lo consigliò, dunque, al suo amico Alfredo Cattabiani divenuto il direttore editoriale della neonata casa editrice Rusconi, cedendone quindi i diritti e le traduzioni dell’allora giovanissima principessa Vittoria “Vicky” Alliata di Villafranca (di cui parleremo in un prossimo prossimo articolo).
Ma di quali numeri stiamo parlando?
Nel lontano 2013, agli inizi della mia “carriera” da collezionista, contattai personalmente l’Astrolabio-Ubaldini alla ricerca di informazioni, posto che le notizie in circolazione erano veramente poche e il mio animo da “cacciatore di libri” voleva assolutamente saperne di più, così gli stessi mi confermarono che le copie pubblicate, ovvero quello che finirono sugli scaffali delle librerie italiane, furono circa 3.000 (dato sconosciuto dalla community fino a quel momento) e che di queste soltanto 400 ne furono vendute.
Col passare del tempo, questa turbolenta vicenda ha chiaramente reso questa particolare edizione
una fra le più ambite tra i collezionisti, non solo Tolkieniani, ma dai bibliofili in generale, tanto da
farmi ritrovare anche in situazioni “scomode” che, forse, vi racconterò un’altra volta.
Risulta infatti essere tra le edizioni più rare sia in termini di numeri che di reperibilità, tanto da aver ormai raggiunto cifre considerevoli, mentre fino ad una decina di anni fa il suo valore cresceva in maniera intensa, ha ormai raggiunto vette altissime col passare del tempo e del crescente interesse nei confronti delle opere del professore, tanto da non poterla più trovare a meno di 2.000 € (se si riesce a trovarla, ovviamente).
Come confermatomi dalla Astrolabio-Ubaldini, tentarono più volte loro stessi di acquistarla, trattandosi per l’appunto di un importante pezzo della loro storia, tuttavia, vista la difficilissima reperibilità ed i prezzi proibitivi, dovettero infine desistere.
Ma parlando dell’oggetto in sé, cos’ha di particolare l’edizione de Il Signore degli Anelli Astrolabio?
In primis c’è de segnalare che è l’unica edizione ad avere la mappa della Contea disegnata
direttamente da Tolkien, denominata “Una parte della Contea” (non come l’edizione Bompiani del
2003 disegnata invece da Francesco Bisaro), inoltre era previsto che l’illustrazione sulla copertina dovesse crearne una sola più grande una volta affiancate ai due libri mai pubblicati.
Relativamente invece alla traduzione, la decisione della Alliata fu quella di rimanere fedele al libro originale, con una resa finale decisamente diversa da quella a cui siamo abituati oggi.
Gli elfi, di cui approfondiamo gli aspetti in un altro articolo, sono infatti gli Gnomi ed alcuni dei nomi che ben tutti conosciamo, risultano come segue:
Frodo Sacconi (Frodo Baggins),
Samio Gamigi (Samwise Gamgee),
Felice Brandibucco (Merry Brandibuck),
la famiglia Borsi-Sacconi (Sackville-Baggins),
Thorinio Ochenscudo (Thorin Scudodiquercia),
Elrond Gnomezzo (Elrond Mezzelfo)
Questi sono solo degli esempi di quanto la prima traduzione in italiano delle opere di Tolkien fosse
diversa da quella più nota ed apprezzata di Francesco Saba Sardi, che venne tuttavia adottata dalla
Rusconi per le sue edizioni, come più volte richiesto anche da Tolkien ai traduttori, solamente a
partire dal 1974.
Su Middle Ark trovi anche l’elenco completo delle opere di Tolkien in lingua inglese.