Galadriel e Gli Anelli Del Potere: L’amazzone dei Noldor della Terra di Mezzo

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La serie Tv de Gli Anelli del Potere ha stimolato le discussioni sui personaggi dei libri coinvolti, alcuni dei quali vengono accusati di essere “sbagliati” nella rappresentazione della stessa. Uno dei personaggi più criticati da una frangia di appassionati è Galadriel, interpretata da Morfyyd Clark, poiché da due stagioni gli sceneggiatori vengono accusati, per quanto la riguarda, di aver “tradito” Tolkien.

Ma è davvero così? Al netto di una ovvia semplificazione che un prodotto cine-televisivo fa sempre, riguardo ai personaggi di un libro, però, va detto che occorre elaborare una riflessione completa sull’evoluzione naturale che ha un personaggio.

La Galadriel dei Tempi Remoti

La Galadriel della Terza Era che conosciamo è una donna che ha ormai dato addio ai suoi desideri di potere e controllo, ma per arrivare a quel punto ci sono volute due Ere del mondo, e come dice ella stessa alla Compagnia dell’Anello, “una lunga sconfitta”.

Ma com’era Galadriel, prima? In che modo la descrive Tolkien? Partiamo dal Professore, come bisognerebbe sempre fare e, facendo così, ci si può accorgere che Galadriel, nelle ere precedenti, era tutto tranne che “una Dama elfica dalla dolce voce morbida e triste“.

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Nei Racconti Incompiuti, per esempio, nella sezione “Circa Galadriel e Celeborn”, apprendiamo che “Persino dopo lo spietato assalto contro i Teleri e il furto delle loro navi, sebbene lottasse furiosamente contro Feanor in difesa del lignaggio di sua madre, non si decise al ritorno: vi si opponeva il suo orgoglio, il perdono le sarebbe parso una sconfitta; in compenso, ardeva ormai dal desiderio di seguire Feanor, armata di tutta la sua ira, in qualsiasi terra andasse e di mettergli i bastoni tra le ruote con ogni mezzo. Era ancora l’orgoglio a muoverla quando, alla fine dei Tempi Remoti, dopo la definitiva sconfitta di Morgoth, respinse il perdono concesso dai Valar a tutti coloro che avessero combattuto verso di lui, e rimase nella Terra di Mezzo”.

Insomma, Galadriel, durante il Fratricidio di Alqualonde, tra Elfi ed Elfi, non si limita ad andarsene dalla Terra di Mezzo, ma difende “furiosamente” la sua famiglia, attaccata dai Feanoriani. Ed è evidente che questa difesa è stata compiuta combattendo; d’altronde, come leggiamo nella History of Middle Earth, il combattere, tra gli Elfi, era una un’attività che anche le donne compivano. Non c’erano attività maschili o femminili, tra gli Eldar.

Galadriel l’Amazzone

Il personaggio di Galadriel non era certo Xena, ma quando c’era da combattere, non si tirava indietro. Anche il suo atletismo la favoriva, in questo: “Il suo nome materno era Nerwen (ragazza-uomo), ed essa crescendo raggiunse una statura insolita persino per le donne dei Noldor; era forte di corpo, di mente e di volontà, capace di tener testa sia ai sapienti che agli atleti degli Eldar ai tempi della loro giovinezza”. Insomma, Galadriel era una vera atleta!

Se non bastasse questa descrizione, Tolkien stesso, nella lettera 349 a Catharine Findlay del 6 Marzo 1973, spiega che “in quell’epoca era un’amazzone per indole e quando partecipava alle competizioni atletiche si raccoglieva i capelli come una corona”. Descrizione bellissima ed emozionante, poiché dona un senso estremo di verosimiglianza. Inoltre, Tolkien, essendo un filologo, non usa mai parole a caso e il termine “amazzone” è eloquente: le Amazzoni erano le donne guerriere del Mito….

Galadriel, quindi, ha avuto una normale evoluzione, come tutti, nella loro vita; addirittura nei Racconti Incompiuti la vediamo, in qualche modo, assumere le vesti di un vero e proprio comandante di eserciti, perché “guardava, inoltre, ai Nani da comandante militare, vedendo in loro i migliori guerrieri da contrapporre agli Orchi”.

Come si vede, un personaggio complesso, tutt’altro che la donna angelicata dei romanzi cortesi; una figura contraddistinta sì da gentilezza, lungimiranza e bontà, ma anche da orgoglio, combattività e desiderio di domini suoi nella Terra di Mezzo, come leggiamo nel Silmarillion, tanto è vero che, quando lei e Celebrimbor ebbero la possibilità di distruggere gli Anelli del Potere, “non seppero trovarne la forza”.

Insomma, Galadriel ha avuto un lungo percorso, prima di arrivare ad essere la Dama di Lòrien, un tragitto complesso e pieno di contraddizioni. Un personaggio a tutto tondo.

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La Galadriel della Seconda Era

Ma da dove parte la vicenda di Galadriel ne Gli Anelli del Potere? Da ciò che Tolkien ha scritto, è la regola principale della serie.

Infatti, da quanto sappiamo, è vero che Galadriel per molto tempo fu l’unica a sentire e a credere che Sauron non se ne fosse andato dalla Terra di Mezzo. “Il male non dorme, Elrond, attende (Così dice nella serie). Gil-Galad cronologicamente se ne accorge dopo, almeno così sembra si possa intuire dalla scarna narrazione di Tolkien sulla Seconda Era. In tale arco temporale, Galadriel si spostò continuamente, preda di una vigilanza continua. Sono i Racconti Incompiuti a illuminarci: dal Lindon all’Eregion, da Lòrien al lago Evendim vicino alla Contea, fino alla baia di Belfalas a Sud e nel Dol Amroth, dove conobbe i Nùmenoreani e strinse rapporti con loro.

Perchè lo fece?

Il motivo è che credeva che Sauron fosse ancora lì, e che gli Elfi avessero dimenticato troppo in fretta: “Alla fine, però, Galadriel capì che ancora una volta Sauron, come negli antichi tempi della cattività di Melkor, era stato dimenticato.  O piuttosto, siccome Sauron non aveva ancora un nome preciso e le sue attività non erano intese come frutto di un unico spirito maligno, principale servo di Melkor, Galadriel si rese conto dell’esistenza, nel mondo, di una perfida intenzione che sembrava promanare da una fonte lontana più a est”.

In lei convivevano due spinte: la ricerca di Sauron e il desiderio di terre proprie, un dominio nella Terra di Mezzo, una volontà che l’accomuna con altri celebri elfi Noldor della storia. Un personaggio che Tolkien mostra “organizzare la difesa nel Lòrien” e cercare l’amicizia dei Nani perché li apprezzava, come abbiamo visto, “da comandante militare“.

Come è possibile vedere, dunque, si tratta di un personaggio complesso, tridimensionale, sfaccettato e che può avere obiettivi non sempre nel giusto. Queste parole di Tolkien sono un punto fermo, che ovviamente ha bisogno, poi, della costruzione di una storia organica che deve semplificare e “inventare” dialoghi, rapporti, situazioni.

Senza dubbio, concludendo, questa Galadriel che abbiamo visto all’inizio del suo percorso nasce da Tolkien.

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Pierluigi Cuccitto
Pierluigi Cuccittohttps://www.instagram.com/piermulder/
Nato a Urbino il 17/09/1981, laureato in ricerca storica e scrittore fantasy, è divulgatore Tolkieniano e speaker di Radio Brea, nonché socio attivo dell'Associazione culturale Sentieri Tolkieniani.

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