Il Signore degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim: Analisi del film

Articoli correlati

L’inizio del 2025 è stato segnato, per noi italiani, dall’uscita nelle sale di un film molto atteso da tutti i fan della Terra di Mezzo: Il Signore degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo. Prodotto da Warner Bros e New Line Cinema e diretto da Kenji Kamiyama, il lungometraggio d’animazione vede anche il coinvolgimento di Philippa Boyens, Fran Walsh e Peter Jackson nella produzione (già protagonisti nella scrittura e nella regia delle prime due trilogie de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit).

la guerra dei rohirrim_

La storia e la fedeltà ai testi

Le vicende del film sono ambientate a Rohan, 183 anni prima della Guerra dell’Anello e vedono come protagonista il regno del leggendario Re Helm “Mandimartello”, minacciato da Wulf, figlio di Freca e dal suo esercito di Dunlandiani. Da un punto di vista temporale, il film sembra adattare bene quanto ci è stato tramandato nelle poche pagine che narrano tali vicende nelle appendici del libro de il Signore degli Anelli. La storia è ben trasposta, con l’aggiunta di alcune new entry interessanti come Olwyn, protettrice di Hèra (nome fittizio della figlia di Helm, che nel testo originale viene solo citata, ma non ha nome) e ultima delle “shield maiden”, guerriere di Rohan che combattono per il regno quando gli uomini sono morti. Questo non viene menzionato nel testo, ma è un chiaro riferimento alla Prima Era, dove Haleth, fondatrice dell’omonima casata composta da uomini Haladin, possedeva una propria guardia reale costituita da guerriere donne, dette appunto “shield maiden”. Hèra, figlia di Helm, è la protagonista del film, che richiama palesemente la forza e la determinazione già vista nel personaggio di Éowyn, nobili donne guerriere capaci di atti di grande coraggio e devote alla loro patria. Il tanto temuto “Girl Power” non risulta eccessivo o disturbante ed il personaggio sembra riuscire ad incarnare perfettamente lo spirito di libertà di una donna che vive in un regno indubbiamente di natura patriarcale, ma che non accetta di farsi intrappolare dagli stereotipi imposti, perché si sente anch’ella una guerriera e vuole combattere, al pari degli uomini. In tal senso, Hèra accenna più volte al concetto del rifiuto dell’unione in matrimonio con Wulf o con qualsiasi altro uomo, ma a nostro modo di vedere ciò non va inteso come negazione assoluta del concetto di tale unione, a cui Tolkien teneva indubbiamente, ma come rafforzamento del principio della propria indipendenza, che viene rimarcato anche nella frase finale del film, dove viene fatto intuire che la donna non avrà figli e resterà un’avventuriera fino alla fine dei suoi giorni. Helm Mandimartello viene ben trasposto, come un uomo fiero, forte e orgoglioso. Considerando la natura “anime” del film, non fa storcere il naso il fatto che il personaggio venga dipinto quasi come un supereroe, enfatizzando molto la sua forza fisica, ai limiti del sovraumano, in grado di rivaleggiare persino con una creatura del calibro di un Troll. Nel libro ci viene detto che agli occhi dei nemici egli era visto realmente come un mostro, di cui erano terrorizzati, ma è evidente quanto si sia voluto puntare molto sul potenziare questo aspetto, che risulta comunque in linea con la tipologia di prodotto. I dialoghi tra i personaggi sembrano convincenti ed alcune scene sono molto toccanti, come l’addio del Re a sua figlia presso le porte del “Trombatorrione”, la fortezza che dopo tali vicende sarà ricordata come “Il Fosso di Helm”. Il “fan service” è ben radicato ne La Guerra dei Rohirrim e trattandosi di un prodotto cinematografico legato, per sua natura stessa, alle precedenti opere di Peter Jackson, è comprensibile come si sia voluta ricreare una certa continuità. Le scene relative all’inserimento di creature come le Grandi Aquile, gli Olifanti e L’Osservatore nell’Acqua ne sono un esempio evidente, anche se chiaramente non previste nella storia originale del testo e sono state inserite per allungare la pellicola che, in qualche modo doveva prevedere delle aggiunte, considerando il pochissimo materiale lasciato dal Professore in relazione a tale arco temporale. E’ doveroso anche sottolineare che nel legendarium tolkieniano le Grandi Aquile di Manwë non sono da intendere come mezzi attraverso il quale risolvere ogni problema o battaglia della Terra di Mezzo, ma intervengono quasi esclusivamente negli eventi più determinanti e potenzialmente catastrofici, che segnano il destino dei popoli.

Se volete approfondire la storia attraverso i testi di Tolkien, vi invitiamo a documentarvi sulle pubblicazioni uscite attraverso la nostra apposita sezione di archivio.

Ambientazioni e Scenografie

Nel complesso le ambientazioni del nuovo film d’animazione fanno rivivere pienamente quelle già apprezzate nella prima trilogia, anche se inevitabilmente non trattandosi di un live-action, il tutto restituisce una certa aria di finzione, ma non poteva essere altrimenti. Edoras, Il fosso di Helm e persino Orthanc, sono realizzate in maniera impeccabile e le scenografie che si sviluppano attorno sono quelle della Terra di Mezzo di Jackson che ricordavamo. Anche i costumi, disegnati grazie all’intervento di Weta Workshop, sono in linea con quanto raccontato. Il richiamo alla tradizione rohirrim è ben rimarcata, così come il senso di continuità con lo stile adottato per trattare tale popolo guerriero ne Il Signore degli Anelli. Elmi, spade ed armature degli Eorlingas risultano simili a quanto già visto, anche se più “arcaiche”, così come le selle e le vesti dei cavalli utilizzati per le battaglie. La sala del Palazzo d’oro di Meduseld ci conduce verso un piacevole salto indietro nel ricordo di scene epiche viste all’interno di quei luoghi nella trilogia del 2001. Il popolo degli uomini selvaggi del Dunland è stato riprodotto per la prima volta con attenzione, al contrario dei film, dove vi era stata solo una brevissima apparizione. I paesaggi naturali riprodotti ne La Guerra dei Rohirrim, ricordano molto quelli della Nuova Zelanda dei film, dalle praterie ed i boschi, alle Catene montuose innevate e i corsi d’acqua.

Le Musiche e Il Cast de la Guerra dei Rohirrim

Da sempre Il Signore degli Anelli è sinonimo di epicità anche a livello sonoro, dove le musiche di Howard Shore ci hanno accompagnato attraverso quei mondi fantasy meravigliosi che sono rimasti indelebili nella mente di tutti. Ne La Guerra dei Rohirrim la direzione delle colonne sonore è stata affidata a Stephen Gallagher e la continuità con le musiche della prima trilogia è stata messa al centro dell’attenzione. I brani composti per i rohirrim, infatti, sono molto simili a quelli ascoltati nei film ed alcuni, come la canzone di Háma (figlio di Helm) restituiscono un certo tono “medievale”, simile alle ballate dei menestrelli a corte, fornendo delle piacevoli sensazioni. Anche il brano “The Rider”, dedicato ad Hèra e cantato da Paris Paloma, si inserisce molto bene nelle atmosfere rappresentate. Sul doppiaggio, Warner Bros, ha voluto alzare l’asticella, dando a Miranda Otto (che interpreta Éowyn) la voce narrante e al magistrale attore Brian Cox quella di Helm Mandimartello. Gaia Wise interpreta Hèra e Luke Pasqualino doppia la voce di Wulf.

Animazioni

Come detto, la regia del film è stata affidata a Kenji Kamiyama, grande esperto di animazione “anime” e regista di opere come la serie “Ghost in The Shell”, “Higashi no Eden” ed un episodio della serie “Star Wars Visions”. La casa di produzione coinvolta è la Sola Entertainment, leader in Giappone nella realizzazione di opere animate e videogiochi. Nonostante la qualità dei soggetti coinvolti, però, le animazioni risultano forse il vero punto debole del film, poiché appaiono alcune volte staccate dalle ambientazioni stesse e con dei movimenti del corpo dei personaggi che sembrano, in alcune circostanze, andare a scatti e non riuscire ad inserirsi perfettamente nel contesto visivo. E’ giusto precisare che il lavoro è comunque accettabile nel complesso, ma ci sono certamente margini di miglioramento per il futuro di questo genere, qualora la Warner Bros voglia ancora realizzare altri lungometraggi animati sulla Terra di Mezzo.

Conclusioni

La Guerra dei Rohirrim è un film ben riuscito e se consideriamo che è il primo esperimento del suo genere, fa ben sperare. L’inserimento dei nuovi personaggi e di nuovi riferimenti storici risulta ben contestualizzato ed annesso con coerenza narrativa. Le ambientazioni e le scenografie sono il maggiore punto di forza, poiché restituiscono pienamente le sensazioni trasmesse dalla Terra di Mezzo di Peter Jackson. Il doppiaggio e le musiche sono di alto livello, con l’aggiunta di qualche brano originale molto apprezzato. Le animazioni convincono meno, ma ci sono ampi margini di miglioramento per le future opere animate sul mondo di Tolkien. Nel complesso, La Guerra dei Rohirrim è un film “diverso” dal solito standard a cui eravamo abituati e ne consigliamo assolutamente la visione a tutti i fan della Terra di Mezzo e del Fantasy.

La Guerra dei Rohirrim Trailer

Marco Grasso
Marco Grassohttp://middleark.com
Blogger ed appassionato di mondi fantasy, ha dato vita a Middle Ark con il fine di divulgare il magico universo di Tolkien e di creare connessioni con i fan e la community.

Altri articoli su questo argomento

Sponsorizzatospot_img

Articoli popolari

error: Il contenuto è protetto!