Immergiamoci nel fantastico universo che vede come protagonisti gli elfi, creature dal fascino intramontabile, custodi del tempo e delle meraviglie nella Terra di Mezzo di Tolkien, autore, tra gli altri, anche della famosa opera mitopoietica, il Silmarillion.
Introduzione
Nella vastità epica delle opere di J.R.R. Tolkien, le creature elfiche emergono come figure iconiche, intrecciando la trama con la loro saggezza, bellezza e magia senza pari. Da Rivendell (Granburrone) a Lothlórien, gli Elfi hanno plasmato il destino della Terra di Mezzo con il loro patrimonio glorioso. Di seguito, esploreremo le profondità delle origini elfiche, le varie stirpi che popolano il loro mondo e i ruoli cruciali che essi svolgono nelle storie immortali di Tolkien.
Le Origini e le Peculiarità degli Elfi
Gli Elfi, o Quendi (“coloro che parlano”), sono esseri immortali creati da Ilúvatar, la divinità suprema del legendarium di Tolkien. Essi furono concepiti come i primogeniti, ovvero i primi figli a risvegliarsi in Arda e che furono destinati a dare forma al mondo con la loro maestria e creatività nel corso delle ere.
Anche se immortali, la vita degli Elfi era legata alla Terra di Mezzo e il loro destino era eternamente connesso a quello del mondo in cui essi vivevano. Per tale ragione, ogni decisione intrapresa era interconnessa al mondo stesso e questo li rendeva diversi da altri popoli della Terra Di Mezzo, come gli uomini, che invece esercitavano il libero arbitrio senza essere legati al destino del mondo. L’immortalità degli elfi è un concetto assai complesso nell’universo tolkieniano, in quanto gli unici esseri realmente immortali erano, di fatto, il Dio creatore Eru Illuvatar e le sue divinità angeliche, i Valar.
Gli Eldar (altra denominazione di elfi) infatti, non erano afflitti dalle pene degli uomini, in quanto non soggetti a malattie o all’invecchiamento causato dal lento progredire del tempo, ma morivano in battaglia come qualunque altra razza o potevano spegnersi per volontà propria, abbandonando la vita terrena. Una volta trapassate, le anime degli elfi raggiungevano le Aule di Mandos, l’enorme dimora del Vala Namo (detto anche Mandos) Signore del destino e della morte, dove si raccoglievano e attendevano il momento in cui reincarnarsi in nuovi corpi, prerogativa che veniva concessa da Eru ai soli primogeniti.
I primi Elfi risiedevano a Cuiviénen, vicino alle acque del Grande Fiume, luogo in cui si risvegliarono per la prima volta sotto le stelle nel 1050 degli Anni Degli Alberi, quando ancora i Valar, le potenti divinità che li guidavano, non avevano generato il sole e la luna. Fu questa una delle ragioni principali per cui gli Eldar rimasero sempre legati e attratti dalla luce delle stelle, poiché da essa furono guidati e illuminati fin dal principio della loro esistenza. Tutti i primogeniti avevano, inoltre, un particolare legame con la natura, piante ed animali, con i quali comunicavano. Gli alberi rappresentavano, probabilmente, gli esseri maggiormente venerati sulla terra dai Quendi, in quanto coloro i quali ebbero il privilegio di vivere a Valinor, beneficiarono della radianza emanata da Laurelin e Telperion, i due amati alberi della luce e gli elfi esiliati conservarono sempre un desiderio profondo di tornare in quei luoghi beati. Per tutti gli elfi che rimasero, invece, nella Terra di Mezzo, tra cui i Sindar, gli alberi erano un elemento imprescindibile per i loro reami e rappresentavano la massima espressione simbolica dell’armonia con la natura.
N.B. I concetti del rapporto degli elfi con la luce e dell’immortalità, sono assai complessi, per tale ragione li approfondiremo in alcuni articoli dedicati.
I primi Elfi furono divisi in tre gruppi principali: i Vanyar, i Noldor e i Teleri. Ognuno di essi aveva caratteristiche uniche, ma tutti condividevano l’immortalità e una connessione profonda con il mondo naturale.
Le Stirpi Elfiche
- Vanyar: Conosciuti anche come i “Magnifici”, erano noti per la loro purezza e devozione agli dei, oltre che per la loro bellezza esteriore che si avvicinava alla perfezione. Le loro caratteristiche fisiche peculiari prevedevano la presenza di una folta chioma dorata e di una pelle bianca e luminosa. Rappresentavano la più piccola schiera di Elfi e furono i primi a raggiungere le terre immortali guidati da Ingwë, che divenne il loro sovrano e al quale fu conferito da Manwe il titolo di Re Supremo degli Alti Elfi (Vanyar, Noldor e Teleri del Continente Beato). Poiché erano più vicini agli spiriti divini, in quanto devoti e cari a Manwe e Varda, i Vanyar scelsero di vivere a Valinor, dove rimasero per tutta la loro esistenza e furono tra tutti gli Eldar i più luminosi, in quanto goderono più a lungo della luce degli alberi, anche in virtù del loro stretto contatto con le divinità. Essi, infatti, dimoravano insieme ai Valar sul Taniquetil (il più alto monte di Arda), presso la casa di Manwe, Re Supremo di tutti i Valar. Le loro abilità peculiari risiedevano nel saper maneggiare le lance da guerra come nessun altro elfo, oltre ad essere riconosciuti come i più saggi tra gli elfi. Svilupparono anche una loro variante del Quenya (il linguaggio elfico più antico) chiamato Vanyarin. Faranno brevemente ritorno nella Terra di Mezzo solo per combattere la Guerra d’Ira, nelle schiere dell’esercito di Valinor, per poi raggiungere nuovamente Aman.
- Noldor: Gli Elfi Noldor erano celebri per la loro saggezza, la loro arte ineguagliabile e la loro forte ambizione. Furono devoti al Vala Aule, dal quale appresero le arti della forgiatura, che poi perfezionarono a loro modo realizzando i manufatti più straordinari in tutta Arda e costruendo splendide città, come Tirion, da cui Re Turgon prenderà spunto per dare vita alla leggendaria Gondolin. Fu la seconda schiera a raggiungere Aman, dopo i Vanyar. Le caratteristiche fisiche prevedevano, in genere, la presenza di occhi grigi e capelli dal colore nero intenso, anche se alcuni, come i membri della casa di Finarfin e di Fingolfin, avendo avuto per mogli o mariti membri di altre casate, avrebbero generato figli con caratteristiche, talvolta differenti, quali la presenza di capelli biondi o rossi. Il primo Re Supremo dei Noldor fu Finwë, ma il più celebre tra loro fu Fëanor, suo primogenito e artefice dei Silmaril, i gioielli che avrebbero segnato e plasmato il destino della Terra di Mezzo nelle ere a venire. La loro storia è segnata da lotte tragiche e una sete di conoscenza che li portò a compiere grandi gesta e, talvolta, a cadere nell’oscurità compiendo atti atroci, come il fratricidio di Alqualonde a discapito dei loro fratelli Teleri. Alcuni tra i Noldor scelsero di restare a Valinor, altri scelsero l’esilio e costruirono i loro domini nella Terra di Mezzo, formando alleanze con altri popoli e razze nella lotta contro il male. La lingua parlata da questo popolo fu originariamente il Quenya, ma successivamente dopo l’esilio nel Beleriand, svilupparono un nuovo idioma noto come “Noldorin”, nato grazie ad alcune aggiunte dalla lingua “Sindarin”, ma fu proprio quest’ultima ad essere parlata maggiormente, in quanto la più utilizzata tra i popoli della Terra di Mezzo nelle ere antiche. Si suppone che i Noldor abbiano abbandonato per sempre la Terra di Mezzo durante la Quarta era, dopo la Guerra dell’anello e la sconfitta di Sauron, tornando nelle Terre Imperiture con la grazia dei Valar.
- Teleri: La stirpe più numerosa degli Elfi, i Teleri erano abili navigatori e costruttori di navi. Tra gli Eldar erano i più legati al mare e alle loro divinità, come il Vala Ulmo e il Maia Osse, le potenze divine che grazie ai loro poteri trasportarono ad Aman i Quendi che accettarono l’invito, servendosi di un’isola distaccata dalla Baia di Balar, la quale venne ancorata nella Baia di Eldamar del Continente Beato, dove prese il nome di Tol Eressea. Fu in quest’isola, che visse la maggior parte dei Teleri di Aman. La loro guida nella Terra di Mezzo fu Elwë, anche noto come Thingol, e più tardi Olwë, suo fratello, divenne il Re dei Teleri nel Continente Beato. Alcuni Teleri scelsero, infatti, di risiedere ad Aman, mentre altri rimasero nella Terra di Mezzo.
In relazione allo loro scelta di seguire o no l’invito iniziale dei Valar a raggiungere le terre imperiture, i Teleri acquisirono nuove distinzioni, da cui derivarono i seguenti appellativi:
- I Sindar: Conosciuti anche come “elfi grigi”, accettarono l’invito a raggiungere le terre immortali, ma una volta giunti sulla riva del mare, ai confini della Terra di Mezzo, decisero di rimanere nel Beleriand, la vasta regione dove progredirono e fondarono i lori regni. Celebre rappresentante di tale stirpe fu Elwe, capo dei Teleri, poi conosciuto come Thingol. Fondò il regno del Doriath e la città di Menegroth, che rappresentò per lungo tempo un baluardo nella lotta contro Morgoth, l’oscuro nemico del mondo, prima che arrivassero i Noldor nella Terra di Mezzo. Thingol, invaghitosi della maia Melian, si era perduto nei boschi di Nan Elmoth sotto l’effetto di un potente incantesimo d’amore, dal quale per anni non riuscì a risvegliarsi e fu così che gran parte dei teleri decise di non abbandonare il proprio Re e rimanere nella Terra di Mezzo.
- Falmari: Furono coloro che attraversarono il mare per raggiungere Aman, guidati dal loro capo Olwe, fratello di Elwe. Colonizzarono l’isola di Tol Eressea e fondarono con l’aiuto dei Noldor la celebre città di Alqualonde, che sarebbe poi diventata teatro di atrocità e fratricidi. Durante la Guerra d’Ira, che segnò la fine di Melkor e della Prima era, ebbero il ruolo fondamentale di traghettare le armate di Valinor nel Beleriand, ma non parteciparono alla battaglia.
- Nandor: Noti anche come “elfi verdi”, rappresentavano la schiera dei Teleri che inizialmente accettò l’invito a raggiungere Valinor, ma si fermò a metà strada, presso il fiume Anduin, colonizzando le terre limitrofe e Boscoverde il Grande, fondando regni autonomi. Essi scelsero come proprio Re Lenwe, probabilmente un parente di Elwe e Olwe. Egli fu il primo a venire in contatto con la razza degli uomini, poco dopo essersi risvegliata per volere di Eru Illuvatar. Denethor, figlio di Lenwe, ebbe una parte cruciale nella guida del suo popolo nell’Eriador e poi nel Beleriand orientale, sul finire degli Anni degli Alberi, in una regione nota come Ossiriand, dove si stabilirono. Quest’ultima, fu una delle poche terre a salvarsi dopo lo sprofondamento e la distruzione del Beleriand, causate dalla Guerra d’Ira. Qui si rifugiarono gli elfi superstiti Noldor, Teleri e Sindar sotto la guida di Gil-Galad, che in qualità di nuovo Re Supremo dei Noldor fondò il regno del Lindon. Fu dai Nandor che si sviluppò successivamente l’appellativo di “elfi silvani” o “elfi dei boschi”, tra i quali ricordiamo due membri illustri come Legolas e suo padre Thranduil (anche se di stirpe Sindar in origine, in quanto Oropher, suo padre, era un Sindar del Doriath), Re del Reame boscoso, situato nel Bosco Atro, conosciuto prima come Boscoverde.
- Avari: Ne facevano parte tutti quei Quendi, in gran parte teleri, che rifiutarono la chiamata iniziale dei Valar a raggiungere le Terre Imperiture e rimasero presso le sponde del Lago di Cuivienen. Furono probabilmente tra i primi elfi a venire in contatto con i secondogeniti di Illuvatar, gli uomini, a cui insegnarono l’arte della parola e della musica. Furono anche, con molta probabilità, i primi tra gli elfi ad essere catturati da Morgoth per essere poi corrotti e trasformati in orchi. Tra loro, i primi ad essere convertiti al male vennero chiamati “Moriondor”, i primi “Uruk” (orco in linguaggio nero), i quali furono successivamente venerati dagli orchi come dei “padri”.
La distinzione degli Elfi In base al legame con la luce:
- “Calaquendi”: Noti anche come Alti Elfi o Elfi della Luce, furono coloro i quali, accettando la chiamata dei Valar e raggiungendo Aman, poterono godere direttamente della luce degli alberi di Valinor, che conferirà loro dei tratti distintivi rispetto agli elfi che rimasero nella Terra di Mezzo, poiché più degli altri, anche dopo l’esilio dal Continente Beato, sentiranno il bisogno di quella luce, che verrà poi prosciugata dall’ombra di Melkor e Ungolianth attraverso la distruzione dei due alberi, Telperion e Laurelin. Tra i Calaquendi spiccano figure eroiche senza tempo, elfi tra i più potenti e saggi, come Feanor, Fingolfin, Glorfindel e Galadriel, protagonisti di epiche imprese nel susseguirsi delle ere.
- “Moriquendi”: Detti Elfi dell’Oscurità, poiché rifiutando la chiamata o fermandosi a metà strada, non ebbero la possibilità di vedere e gioire della luce degli alberi di Valinor, prima della loro distruzione. Ne facevano parte i Nandor, gli Avari e i Sindar. Questi ultimi, però, anche se rientrano in tale categoria, sopperirono in parte a questa mancanza grazie al loro Re Thingol, il quale avendo visto la luce di Valinor, in quanto presente nella prima delegazione mandata dai Valar in esplorazione del Continente Beato, portava con sè un residuo di quella radianza beata. Tale espressione di luce trovava maggior consistenza anche grazie alla sposa Melian, la quale avendo vissuto a Valinor in qualità di Maia delle Vala Este e Vana, ne era portatrice e grazie alla propria magia riuscì ad avvolgere il loro regno con un velo protettivo incantato, in grado di tenere lontano le forze del male. Per tali ragioni, i Sindar vengono denominati anche “elfi del crepuscolo”, per la loro collocazione mediana tra luce e oscurità, tra Quendi e Calaquendi, in quanto anche se indirettamente, hanno comunque avuto contatti con la luce beata che risiedeva nei loro sovrani. Gli Eldar che accettarono all’inizio la chiamata, ma si fermarono poi, vennero anche chiamati “Umanyar”, ovvero “Non di Aman”.
Il Ruolo degli Elfi nelle Storie di Tolkien
Gli Elfi furono protagonisti fondamentali nelle opere di Tolkien (a tal proposito, su Middle Ark trovate l’elenco dei libri di Tolkien in inglese e quello con traduzione in italiano), poiché ne influenzarono in modo determinante il corso della storia con la loro presenza e le loro azioni.
Alcuni dei ruoli più significativi che gli Elfi hanno assunto includono:
- Guardiani della Terra di Mezzo: Gli Elfi furono incaricati dai Valar di essere i custodi della Terra di Mezzo. La loro presenza nelle foreste, nelle valli fu una testimonianza di questo ruolo fondamentale. Tra le grandi città e i regni che più incisero nel destino e nelle sorti dei popoli liberi ricordiamo:
- Il Regno del Doriath di Re Thingol e Melian, con la splendida città di Menegroth scavata nella roccia;
- Nargothrond, realizzata sul modello di Menegroth, divenne il regno di Finrod, fratello di Galadriel;
- Gondolin, costruita ispirandosi alla città di Tirion a Valinor, divenne la dimora di Re Turgon e l’ultimo baluardo nella lotta contro le schiere di Morgoth;
- Regno del Lindon, regione superstite dallo sprofondamento del Beleriand, dopo la Guerra d’Ira, fu la sede di gran parte degli Eldar che si opposero a Sauron durante la seconda era, guidati dal Re Gil-Galad;
- I Porti Grigi, fu una delle sedi più antiche degli elfi a perdurare fino alla quarta era e alla sconfitta di Sauron. Da questo luogo partivano le navi con a bordo gli Eldar che intendevano raggiungere Valinor, sotto approvazione dei Valar, attraverso la via dritta (unica rotta per raggiungere le terre immortali dopo la distruzione di Numenor). Qui dimorava Cirdan, il carpentiere, probabilmente l’elfo più antico rimasto nella Terra Di Mezzo fino all’avvento della quarta era, quando tutti gli elfi rimasti salperanno dai quei porti per raggiungere Aman e non fare più ritorno nella Terra di Mezzo, lasciandone il dominio ai regni degli uomini;
- Lothlorien, Reame di Galadriel e Celeborn, era la casa di gran parte degli elfi dei boschi della terza era, accolse la compagnia dell’anello e il suo portatore, Frodo, questo evento rappresentò un passaggio fondamentale per gli eventi che ne susseguirono;
- Il Reame Boscoso, di Re Thranduil e suo figlio Legolas, svolse un ruolo importante nella lotta contro il male radicato in quei territori conosciuti come Bosco Atro, dove Il Negromante (Sauron) aveva preso dimora presso la fortezza di Dol-Guldur;
- Rivendell o Granburrone, regno di Elrond, ebbe un ruolo cruciale nelle storie che si svilupparono dal finire della seconda era e per tutta la terza era. Qui si tenne il consiglio di Elrond, dove venne formata La Compagnia dell’anello. A Granburrone erano presenti, inoltre, numerose reliquie numenoreane e cimeli di epoche antiche. E’ qui che venne forgiata Anduril (la spada di Aragorn) dai frammenti di Narsil, custoditi per millenni in questa sede. Fu grazie ad Elrond, che la stirpe dei re dei Dunedain non venne spezzata, in quanto in questo rifugio crebbe Aragorn sotto la sua custodia, ultimo discendente di Isildur, dove il futuro re degli uomini avrebbe conosciuto Arwen, dando vita ad una delle storie d’amore più epiche e profonde di sempre.
- Artefici e Maestri: La maestria artistica degli Elfi fu senza pari. Essi furono noti più di ogni altra cosa per le loro creazioni, opere d’arte straordinarie, dalle spade leggendarie come Andúril e Orcrist (protagoniste nel Signore degli Anelli e nello Hobbit) ai gioielli di incommensurabile bellezza come i Silmaril, in cui Feanor riuscì a imprigionare la luce degli alberi di Valinor. Pare che lo stesso Feanor sia stato anche l’artefice della creazione dei Palantir, oggetti inizialmente realizzati per comunicare a distanza tra loro e che poi divennero strumenti potenti nelle guerre delle ere a venire nella Terra di Mezzo. Celebrimbor, fu un altro elfo Noldor tra i più abili nella costruzione di grandi opere. A lui si deve, infatti, la realizzazione della porta d’ingresso di Moria con l’aiuto del nano Narvi e dei 3 anelli del potere elfici (Nenya, Narya e Vilya).
- Alleati nella Lotta contro l’Oscuro: Durante la guerra contro il Male, gli Elfi si unirono alle razze di uomini, nani e altri popoli liberi, nella lotta contro Sauron e Morgoth. La loro abilità marziale e il coraggio furono cruciali per la sconfitta dei nemici dei popoli liberi della Terra di Mezzo. Fu, probabilmente, la razza che più si sacrificò nella lotta contro il nemico nelle ere antiche, pagandone il prezzo più alto in vite perdute. Epiche rimarranno le gesta di eroi come Fingolfin, l’unico essere vivente, non divino, che sfidò a duello Melkor in persona, riuscendo persino a ferirlo. Finrod, fratello di Galadriel, che con il suo coraggio salvò Beren dalle grinfie di Sauron, nella prigione di Tol Sirion. Ecthelion e Glorfindel che sfidarono e uccisero i Balrog, potenti Maiar incarnati in enormi demoni di fuoco.
- Portatori della Saggezza e della Conoscenza: Gli Elfi furono celebri anche per la loro immensa oculatezza e la conoscenza degli eventi passati e futuri. In quanto esseri immortali, in grado di abbattere le barriere del tempo ed attraversare le ere, i loro consigli furono spesso richiesti da altri popoli e divennero fondamentali per la buona riuscita delle imprese più importanti, in quanto contribuirono a guidare la resistenza nella lotta contro il male e ad indicare la giusta strada da seguire agli eroi della Terra di Mezzo.
Conclusione
Nell’universo di Tolkien, gli Elfi sono custodi della bellezza, della saggezza e della magia. Le loro storie, segnate da gloria e tragedia, arricchiscono la Terra di Mezzo con un senso di profondità e meraviglia. Attraverso le epoche, essi continuano a vivere nei cuori degli amanti del fantasy come figure immortali che incantano e ispirano con la loro eredità leggendaria. Che si parli degli Alti Elfi di Aman o dei Sindar nascosti nelle foreste, gli Eldar rimangono eternamente intrecciati nel tessuto delle storie di Tolkien, divenendo per molti le creature più affascinanti di tutto il Legendarium.
Se siete appassionati alle creature fantastiche dell’universo di Tolkien, vi invitiamo a dare uno sguardo all’elenco di action figures e a quello di statue e busti del Signore degli Anelli.
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